Questo primo articolo datato 11 marzo 2020 è il mio “Manifesto“. L’appello che, con rielaborazioni e aggiornamenti successivi sino all’11 marzo, quando le mie considerazioni hanno poi ricevuto finalmente udienza e credito in RAI, avevo inviato dal 6 marzo, 36 mila 399 contagi fa (è così che io conto il tempo dal 24 febbraio), alle redazioni della stampa di settore (Quotidiano Sanità, SanitàInformazione), e su suggerimento di Luapnea, uno dei miei più cari amici, che è un grande apneista (quindi chi meglio di lui avrebbe potuto consigliarmi!), a Peter Gomez del Fatto Quotidiano: nessuna replica nemmeno da quest’altro “collega della Mancha”. Era l’8 marzo: 33 mila 660 contagi fa. Poi un ultimo tentativo con Quotidiano Sanità l’11 marzo: cioè 28 mila 575 casi fa: silenzio.
Questi i tempi espressi in “orario Covid-19“, secondo i dati forniti dalla Protezione Civile italiana.
Ora, finalmente, la consapevolezza di quanto siano fondamentali i DPI dimora nei pensieri e nel quotidiano di ciascuno di noi.
Allora sia questo il simbolo che ricorda a tutti i Ronzinantes del globo il dovere di intervenire: anche rimanendosene semplicemente a casa.
“Citizens must wear masks in Public”
Riporta il Report of the WHO-China Joint Mission on Coronavirus Disease del 24 febbraio 2020.
A Quando i DPI: I dispositivi di Protezione Individuale?
Il rapido evolversi del numero dei contagi nel nostro paese rende sempre più evidente quanto sia problematico riuscire a controllare la situazione. Guardiamo verso chi è riuscito a contenere efficacemente(9) e sui grandi numeri questa “pandemia non ancora dichiarata”(10): la Cina.
Mentre in Italia il numero dei contagi si accresce vertiginosamente, in Cina succede l’esatto contrario: al confronto sembra di essersi calati in una sorta di “dimensione Matrix” dove è il nostro paese a muoversi in affanno.
Le variabili sono molteplici ma credo sia sensato operare una scelta. Individuerei allora come cartina di tornasole la punta critica dell’iceberg: il numero di posti letto nelle terapie intensive adulti di tutta Italia che, salvo incrementi annunciati sino al 50%, secondo stime più recenti disponibili si aggiravano intorno ai 5100(2,3,4).
Per poter effettuare una breve ricognizione della situazione nelle Unità di terapia intensiva italiane (ITU), visto il rapido evolvere e mutare dello scenario, è stato necessario scattare un’istantanea e fissare l’analisi intornoalle ore 18 dell’’11 marzo 2020 con riferimento sia al bollettino ufficiale pubblicato sul sito web ministeriale della protezione civile(1) che alla dashboard del Johns Hopkins(5) ove però è riportato solo il numero dei casi ma non dei ricoveri in ITU.


Dati protezione Civile | Dati John Hopkins |
10.590 (numero casi in corso/attivi):1028 (ricoverati in ITU)=x:~5100* xPC=52.537 | 10911 (casi in corso/attivi): 1028=x:~5100 xJH= 54.130 |
Quindi il numero MASSIMO di casi attesi per saturare TUTTI i posti nelle terapie intensive adulti d’Italia sarebbe 52.537 prendendo come riferimento la tabella della Protezione Civile italiana(1), e 50.598 se il riferimento fosse la Dashboard del Johns Hopkins(5).
Così, il numero di casi attesi per saturare il 50% dei posti totali nelle terapia intensive adulti d’Italia sarebbe (xPC/2=) 26.269 prendendo come riferimento la tabella pubblicata dalla Protezione Civile italiana(1), e (xJH/2=) 27.065, se il riferimento fosse la Dashboard della Johns Hopkins(5).
La media di nuovi casi/giorno in Italia all’11 marzo 2020 è di 2076 /die secondo i dati della Protezione Civile italiana(1) e di 2313 /die, secondo i dati della Johns Hopkins(5).
Allora, il numero massimo di giorni sufficienti, al regime/ritmo attuale (fatte salve variabili in senso migliorativo o peggiorativo*, nonché la forbice che emerge tra le due diverse fonti valutate) per saturare il 50% dei posti letto totali in ITU sarebbe di (26.269–10590/2076=) 8 giorni prendendo come riferimento i dati della Protezione Civile italiana(1), e (27.065–10911/2313=) 7 giorni, se il riferimento fosse la Dashboard del Johns Hopkins(5): mi pare vi sia concordanza che il tempo rimasto è davvero poco.
Proviamo anche a domandarci qual è lo stato di rischio, in termini di “salute”, dell’Italia: visto dagli altri e rispetto agli altri 195 paesi del mondo? Dipende dalla classifica.
Siamo al 6° posto nella classifica di Bloomberg(6) con Health Care Efficiency Index (indice di efficienza dell’assistenza sanitaria) di 67.50: cioè tra i primi.
E al 31° posto invece nel Global Health Security Index (GHS-I)(7)della Johns Hopkins University con un Index score di 56.2: tutto sommato sempre nella parte alta della classifica.
La classifica di Bloomberg ben caratterizza, lo sintetizzo in semplicità, quei SSN dove è possibile ricevere cure senza svenarsi: insomma quelli col migliore rapporto qualità/prezzo (8).
La GHS Index appare invece improntata a definire la Safety & Security dei SSN:ovvero sicurezza e protezione, rispettivamente, da minacce accidentali e minacce deliberate; cioè della sicurezza e protezione di tutti da qualsiasi cosa e in qualsiasi modo.
In altre parole meglio si attaglia alla problematica delle pandemie, perciò al contesto che viene profilandosi nell’emergenza attuale.
Questa graduatoria è definita sulla base del punteggio complessivo di ciascuna nazione al GHS Index.. Esso viene determinato dalla media del punteggio ottenuto nelle sei distinte categorie prese come riferimento principale (1. Prevention, 2. Detection and Reporting, 3. Rapid Response, 4. Health System, 5. Compliance with International Norms, 6. Risk Environment) che, a loro volta, sono suddivise in varie sottocategorie, ciascuna con rispettivo punteggio.
La Cina nella classifica di Bloomberg è 19a con 54.30 mentre nella classifica del GHS-Index è 51a con un Index score medio di 48.2. In entrambe distanziata dall’ltalia rispettivamente di 13 e 20 posizioni.
Prevention | Detection & Reporting | Rapid Response | Health System | Compliance with international norms | Risk environment | Index Score | Rank | |
Italia | 47.5 | 78.5 | 47.5 | 36.8 | 61.9 | 65.5 | 56.2 | 31/195 |
Cina | 45 | 48.5 | 48.6 | 45.7 | 40.3 | 60.4 | 48.2 | 51/195 |
Eppure l’impatto con la realtà ha messo in discussione ogni stima e previsione da queste classifiche poiché la situazione drammatica montante in questi giorni nel nostro paese, così ben posizionato sia nella Bloomberg che nella GHS-I, si contrappone allo straordinario insegnamento sul campo che arriva ai “primi della classe occidentali”(6,7) dalla lontana Cina. Un paese con 1 miliardo e 400 milioni di abitanti: un numero di circa 20 volte superiore a quello della popolazione in Italia.
Il risultato che la Cina è riuscita ad ottenere nell’arco di queste poche cruciali settimane è a dir poco sorprendente: un efficacissimo controllo dei contagi e la progressiva tendenza alla loro riduzione sino a registrare all’11 marzo 2020 212 nuovi casi rispetto al giorno precedente.
Quindi, se, per mera ipotesi, la Cina avesse avuto una popolazione pari a quella dell’Italia e volessimo calcolare una sorta di “quoziente comparato quotidiano” (niente a che vedere con l’incidenza di una malattia!), il numero di nuovi casi in Cina oggi sarebbe di circa (212/20=) 10,6casi al giorno: cioè tra (2076 casi al giorno in Italia: 10,6 casi al giorno in Cina =) 195e (2313 casi al giorno in Italia: 10,6 casi al giorno in Cina =) 218 volte in meno§ rispetto alla stima quotidiana in Italia, a seconda che si considerino i dati della protezione civile o della Johns Hopkinsaggiornati alle 18 dell’11 marzo 2020(1,5).
Ma come è stato possibile?
La soluzione è fotografata nei minimi dettagli dal Report of the WHO-China Joint Mission on Coronavirus Disease(9) stilato tra il 16 e il 24 febbraio 2020 da una commissione di 25 esperti mondiali tra cui i cinesi. Sarebbe meglio parlare di “soluzione orchestrale”. Difficile sintetizzare.
Per usare le parole del Report: “the best disease containment in history”(il miglior controllo di una malattia nella storia). Dal Report si potrebbero estrapolare vari concetti: rapidità, “instant activation of key containment activities” (attivazione istantanea delle attività chiave di contenimento), risposta di emergenza nazionale, “effectiveness of Infection Prevention and Control” (efficacia della Prevenzione e Controllo delle Infezioni), “science & risk based approach” (approccio basato su scienza e rischio), “uncompromising rigor of strategy application” (strategia applicata rigorosamente e senza compromessi), comando unificato, “true solidarity” (vera solidarietà), “commitment” (abnegazione), “tons of vital PPE supplies” (tonnellate di Vitali Dispositivi di ProtezioneIndividuale) e “wearing masks in general public” (indossare le mascherine nei luoghi pubblici).
Un insegnamento prezioso che potrebbe indirizzare anche l’Italia, l’Europa, il mondo intero nell’impresa di controllare questa “pandemia”(10).
Titolava l’editoriale del Lancet del 7 marzo(10): “Covid-19: too little, too late?”.
”Covid-19: troppo poco, troppo tardi?” Poi, duramente, sui governi nazionali: perché “la sola pubblicazione di norme guida cui il personale sanitario deve attenersi è insufficiente”. Ancora: che “equipaggiamenti, quali i PPE (Personal Protective Equipment), ventilatori, ossigeno e kit per i test devono essere resi disponibili e la catena di approvvigionamento rafforzata”. Infine, concludeva l’editorialista, “fino a ora sufficiente evidenza suggerisce che questo colossale sforzo del Governo cinese per la Salute Pubblica ha consentito di salvare migliaia di vite”… “le nazioni con alto reddito dovranno rischiare con ponderazione e agire con maggior decisione… abbandonando le paure delle conseguenze economiche a breve termine derivanti da restrizioni delle pubbliche libertà, quale controparte di un controllo più assertivo dell’infezione”.
In due parole: Safety & Security. Tradotto: “PPE”. O DPI, se si preferisce. Ovvero, Dispositivi di Protezione Individuale.
E proprio la Protezione Civile avrebbe appena affidato un ordine per 200 mila dispositivi FFP3 al Gruppo Gvs (fonte Sole 24 Ore del 3 marzo), multinazionale bolognese che produce DPI con capacità massima, in tutta la catena produttiva (inclusi gli stabilimenti delocalizzati in Cina), di circa 1 milione di pezzi al mese. Incoraggiante: ma non sufficiente a soddisfare, giusto per fare un esempio, i circa 240 mila medici(12) e 406 mila infermieri(13) italiani e qualcosa come 59 milioni di altri cittadini.
Poi, il 7 marzo mattina, ANSA divulgava sul web di aver “visionato la bozza del nuovo decreto legge sulla sanità con stanziamento di 50 milioni per incentivi alla produzione di mascherine”.

Quelle tonnellate di Dispositivi Vitali per la Protezione Individuale (“Tons of Vitals PPE Supplies”), quelle “mascherine da indossare nei luoghi pubblici”, scrivono i cinesi. Le soluzioni, definite “Vitali”, nel Report of the WHO-China Joint Mission on Coronavirus Disease, finalmente recepite anche in Italia?
E nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo, invero, molte le disposizioni del Report già applicate, ma nessuna menzione: né di fantomatici stanziamenti, né di mascherine.
Idem dicasi per il successivo decreto del 10 marzo: nessuna novità al riguardo.
Stiamo a vedere e continuiamo ad attendere fiduciosi per il decreto prossimo venturo.
Anche se però non sembra che sia rimasto molto tempo a disposizione.
Forse, notizia di ieri, potrebbe salvarci la “true solidarity” dei Cinesi: chapeau.
Da oggi comunque, annuncio ufficiale della WHO: é Pandemia.
Ronzinantes 11 marzo 2020






Riferimenti:
- http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5351&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto
- https://www.agi.it/fact-checking/news/2020-03-06/coronavirus-posti-letto-ospedali-7343251
- http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italiano&id=2879
- http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2879_allegato.pdf
- https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6
- https://knoema.com/infographics/opambfb/health-care-efficiency-around-the-world
- https://www.ghsindex.org
- https://www.bloomberg.com/news/articles/2018-09-19/u-s-near-bottom-of-health-index-hong-kong-and-singapore-at-top
- https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/who-china-joint-mission-on-covid-19-final-report.pdf
- https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30522-5/fulltext
- https://www.ilsole24ore.com/art/al-via-nuove-linee-produrre-maschere-ffp3-AD7uBR?refresh_ce=1
- https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=69866
- http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?approfondimento_id=5947
[…] disperatamente sottolineato su questo sito sin dal 19 marzo scorso: 64.757 casi fa, anche in tempi di “Carabas”: Presidente […]
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[…] non si posiziona né tra i “migliori del mondo” né tra i primi d’Europa. Ciò, e se ne era già parlato, a dispetto della molto sbandierata classifica di Bloomberg pare invece più in linea col Global […]
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E finalmente dopo un mese l’hanno capito….
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